La vicenda umana di Don Bosco, ricca di iniziative con respiro universale, sorprende ed entusiasma.

Conquista e spinge ad imitarlo: nelle sue virtù, nella fede tenace, nella perseveranza sulla via del bene, nella gioia, nel suo essere strumento della Provvidenza, nel cammino quotidiano di conversione verso la santità.

Pensieri e azioni hanno una motivazione precisa: “Cari giovani, vi voglio felici nel tempo e per l’eternità”.

E tanti erano giovani poveri, abbandonati, pericolosi e pericolanti, demotivati e sfiduciati.

Don Bosco è un santo originale: ha educato i giovani, ma si è anche lasciato educare da loro. Ha formato il suo carattere per essere in grado di accogliere sempre più e meglio tutti. Ha amato e valorizzato quanto di buono esprimevano e facevano i giovani.

Alcune parole di Don Bosco sono indicative ancora oggi per genitori, insegnanti, sacerdoti, catechisti, animatori, educatori, allenatori… che hanno a che fare con ragazzi e giovani.

Condividere Don Bosco, significa condividere anche i giovani: ma a modo suo. Oggi pare essere decisamente urgente. Ascoltiamolo.

“Se vuoi che i giovani amino quanto sta a cuore a te, devi interessarti con amore a quanto di buono piace a loro”

“I giovani non solo siano amati, ma essi stessi sappiano di essere amati”

“Chi vuole essere amato, deve dimostrare lui stesso che ama”

“Tutti i ragazzi hanno i loro giorni pericolosi, e anche voi li avete avuti. Guai se non facciamo di tutto per aiutarli a superare tali giorni”

“L’educazione è cosa di cuore e Dio solo ne è il padrone: noi non potremo riuscire a cosa alcuna se Dio non ce ne insegna l’arte e ce ne dà in mano le chiavi”

“Per i giovani orfani, abbandonati o in grave pericolo morale farò qualunque sacrificio: darei volentieri anche il mio sangue per salvarli!”

E possiamo dire cha ha dato veramente il sangue per loro. Fino all’ultimo respiro, come aveva promesso nel luglio del 1846, dopo una terribile malattia, da cui era guarito grazie anche alla preghiera e al sacrificio dei ragazzi.

Il rapporto di Don Bosco con la provincia Granda è stato profondo fin dagli inizi della sua attività. Numerosi giovani cuneesi, accolti nel suo Oratorio di Valdocco, sono rimasti con lui come Salesiani, sognatori con lui di un progetto di benedizione evangelica che nasce dal cuore stesso di Gesù pastore buono ed è accompagnato da Maria Immacolata e Ausiliatrice. Scorrendo l’elenco dei pionieri della storia salesiana si incontrano numerosi cuneesi, della città o della provincia.

Eccone alcuni, con il loro tratto carismatico.

  • Don Belmonte Domenico (1843-1901), di Genola: è stato Prefetto generale, n° 2 dei Salesiani.
  • Don Bologna Giuseppe (1847-1907), di Garessio, amico di Besucco di Argentera: pioniere di D. Bosco in Francia e Ispettore.
  • Don Bonetti Giovanni (1838-1891), di Caramagna: Direttore Spirituale del primo nucleo salesiano e iniziatore del Bollettino salesiano.
  • D. Boselli Giovanni (1871-1947), di Racconigi: insigne docente educatore ad Alassio.
  • Don Francesco Cottrino (1864-1939), di Manta Saluzzo: ottima guida di tante opere salesiane, compreso il Colle Don Bosco.
  • Dogliani Giuseppe (1849-1934), di Costigliole Saluzzo: il musicista prodigioso di Valdocco.
  • Don Celestino Durando (1840-1907), di Farigliano di Mondovì: uno dei primi salesiani.
  • Don Giovanni Garino (1845-1908), di Busca: formidabile scrittore, anche di spiritualità.
  • Don Domenico Garneri (1876-1962), di Sommariva Bosco: grande divulgatore di Gioventù Missionaria e Bollettino Salesiano.
  • Paolo Sola (1891-1977), di Racconigi: celebre maestro della banda Oratorio di Cuneo.
  • Don Pietro Gullino (1874-1957), di Scarnafigi: braccio destro Don Ricaldone, IV successore di Don Bosco e stimato confessore a Torino.
  • Don Angelo Lago (1834-1914), di Peveragno: braccio destro del beato don Rua, uomo di profonda spiritualità.

Questi sono del passato, ma nel presente c’è una bella schiera di cuneesi sognatori con Don Bosco.

Meritano di essere segnalati in futuro. Hanno messaggi formidabili.

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