Venerdì 21 marzo alle ore 21.00 in parrocchia al don Bosco il secondo incontro Quaresimale: la Speranza nel Sacerdozio.

Nostro ospite sarà don Pierangelo Chiaramello, rettore del santuario di Cussanio, che presenterà la vita di un giovane prete della nostra diocesi, don Stefano Gerbaudo, di cui è in corso la causa di beatificazione. Ad arricchire la serata una mostra su don Stefano esposta in chiesa durante i giorni successivi e la visione del docufilmA pochitus, a pochiutus” proiettato nel Cinema Don Bosco domenica 23 marzo alle ore 11.30 (ingresso gratuito) che raccoglie le testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto a Centallo e a Fossano.

CHI ERA DON STEFANO?

Don Stefano Gerbaudo nasce a Centallo (Cuneo) nel 1909 e muore a Fossano (Cuneo) il 28 settembre 1950: tra una data e l’altra appena 41 anni di vita vissuti prima in Parrocchia, poi tra i seminaristi come Direttore Spirituale e le Giovani dell’Azione Cattolica, come Assistente della Gioventù femminile. È sostenuto dal fermo proposito di essere sacerdote santo a qualunque costo” e verso questa meta si indirizza con determinazione, sostenuto da una preghiera continua e da una fiducia illimitata nella Madonna. Diventa così un prete tutto dedito a crescere nella “santità a piccoli passi”, secondo una sua ricorrente espressione, indicando una via da percorrere e percorrendola lui per primo, con uno stile inconfondibile: il dono incondizionato di sé.

Nella sua breve vita sacerdotale si dedica senza riserve alla guida spirituale, in particolare dei giovani a lui affidati, accompagnandoli nel discernimento verso le diverse scelte di vita e in pochi
anni fiorirono numerose vocazioni al Sacerdozio, alla Vita Consacrata nelle diverse forme, al Matrimonio. Ispirato dallo Spirito Santo diede vita alla Famiglia Spirituale delle “Cenacoline”, oggi Istituto Secolare delle Missionrie Diocesane di Gesù Sacerdote, presente, oltre che in Italia, In Argentina ed in Brasile.

La sua vita, interamente vissuta come dono, culmina nell’offerta di se stesso a Dio per i seminaristi e per le Cenacoline. La sua memoria, mantenuta viva in diocesi anche per l’offerta eroica che ne ha coronato la vita, ha portato nel 2011 all’avvio dell’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione.

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