Grande partecipazione di affetto e gratitudine per l’ultimo saluto al nostro don Giorgio. Alle Esequie di giovedì 17 luglio alle 9.00 insieme ai famigliari erano presenti numerosi confratelli e consorelle, giovani dell’oratorio e amici.

Riportiamo la presentazione biografica del caro don Gramaglia offerta dal Direttore a inizio celebrazione.

Don Giorgio è nato il 26 agosto 1946 a Cuneo, da papà Mario e mamma Giuseppina. Fin da bambino varca la porta del nostro oratorio, accolto con paterna simpatia dai salesiani di allora. È così piccolo di statura che nessuna vestina da chierichetto, nemmeno la più corta, la 1, gli andrà bene. Bisognerà confezionarne una ad hoc che il confratello responsabile appenderà prima di tutte le altre: sarà la taglia zero! “Era quanto valevo” scherzava Giorgio, che da quel momento è parte della famiglia dei sale e non la lascerà mai più: vive in pratica qui in oratorio, si intrufola con gli amici anche quando i sacerdoti riposano, canta, suona, gioca, sale a san Giacomo, ascolta storie affascinanti e tra queste quella di don Bosco. In un clima così bello alla proposta di consacrarsi anche lui non può che dire di sì e parte come aspirante a Chieri, all’età di 11 anni.

Nell’estate del 1962 fa il suo ingresso in noviziato a Pinerolo e professa per la prima volta i voti di obbedienza, castità e povertà il 16 agosto 1963, compleanno di don Bosco. Giorgio ha poco più di 16 anni ed è diventato Salesiano. Negli ultimi anni, testimoniando ai giovani il suo discernimento vocazionale, non trovava altre spiegazioni più convincenti di questa: “Sono andato sempre avanti perché si stava proprio bene in congregazione! C’era un clima così bello che non potevamo mica andarcene!”.

La sua formazione prosegue poi a Foglizzo per gli studi filosofici e a San Benigno Canavese e a Valdocco per il tirocinio. Nel 1970 comincia gli studi teologici a Torino Crocetta. Il 25 aprile 1974 è ordinato presbitero presso la nostra casa di Peveragno. Sacerdote novello approda a Valsalice come Insegnante di matematica, catechista e poi consigliere mentre intraprende gli studi civili presso l’università di Torino conseguendo nel 1976 la laurea in Fisica.

Nel 1979 parte missionario in Bolivia e qui rimarrà in tutto circa 20 anni. Prima a Kami, poi a Sucre, successivamente a Santa Cruz e per un anno in Perù, a Lima, per poi giungere a La Paz. Le sue mansioni: Preside, Insegnante, Direttore, Economo Ispettoriale, gerente dell’Editrice, della Libreria e del Cinema, Responsabile del Centro di Produzione Video. Nel 2001 rientra definitivamente in Piemonte tra Torino e Rivoli.

Dal 2005 è trasferito nuovamente a Valdocco e qui per 12 anni svolge con fedeltà, precisione e creatività l’incarico di Segretario Ispettoriale e dal 2015 quello di Direttore del Centro Ispettoriale. Per gravi ragioni di salute nel 2017 lascia la Segreteria e viene incaricato dell’Archivio, servizio che compie con passione e professionalità. Infine nel 2021 l’Obbedienza lo chiama nella nostra casa di Cuneo come aiuto pastorale in parrocchia. Intelligente, arguto, preciso, osservatore attento, capace di incoraggiare, di far notare il positivo e il bello, si dedica in questi ultimi anni al servizio delle anime in confessionale, nella direzione spirituale, nella visita ai malati e agli anziani.

A tutti coloro che incontra consegna un sorriso profondo e contagioso, una parola gentile e simpatica. Tanti hanno potuto goderne la paternità affettuosa e la profondità spirituale. Negli ultimi mesi mi chiedeva scusa se non riusciva più a pregare concentrato come prima, se perdeva il conto dei suoi numerosi rosari. Ormai la preghiera era diventata il respiro stesso della sua vita. Godeva in questo suo ritorno a Cuneo di aver più tempo per la meditazione, la lettura spirituale, l’adorazione.

Nei giorni scorsi raggiungendolo con i confratelli presso l’hospice di Busca per amministrargli i sacramenti dell’unzione e del viatico, di fronte all’annuncio “Ti abbiamo portato Gesù!” con un grande sorriso da quel letto di malattia, non ha fatto altro che dirci: “Bellissimo!“. La meraviglia di un bambino che incontra il suo Signore con una fede limpida e cristallina. Questo ci ha testimoniato fino all’ultimo momento, circondato dalla cura affettuosa dei suoi famigliari e amici.

Tra poco devi portare anche me” confidava a Costantino prima delle esequie di don Flaviano, il mese scorso. Lo sapeva e ha voluto prepararsi cristianamente e serenamente alla morte. Mentre continuiamo a pregare in suffragio per la sua anima, egli ci sussurra ancora, con quel filo di voce, le parole del nostro amato fondatore don Bosco, contenute nel testamento spirituale: “Addio, o cari figliuoli. Io vi attendo al cielo. Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti dobbiamo pagare, ma dopo ci sarà largamente ricompensata ogni fatica sostenuta per amor del nostro buon Gesù

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