
Grande partecipazione di affetto e gratitudine per l’ultimo saluto al nostro don Flaviano. Alle Esequie di mercoledì 4 giugno alle 14.30 insieme ai famigliari erano presenti numerosi confratelli e consorelle, ex allievi e amici.
Riportiamo la presentazione biografica del caro don Flaviano offerta dal direttore a inizio celebrazione.
Don Flaviano Spagnolo è nato il 21 gennaio 1939 a Mason Vicentino, diocesi di Vicenza, da papà Bortolo e mamma Maria. La sua è una famiglia semplice, umile, allegra, laboriosa. Qui impara a conoscere e amare il Signore e la vita che Egli ci dona.
A 11 anni giunge in Piemonte e frequenta gli aspirantati di Casale Monferato e di Ivrea. Nell’estate del 1954 fa il suo ingresso in noviziato a Varazze, veste l’abito clericale come aspirante al presbiterato e professa per la prima volta i voti di obbedienza, castità e povertà il 16 agosto 1955, compleanno di don Bosco. Flaviano ha poco più di 16 anni ed è diventato Salesiano. Lo sarà per 70 anni!
Da qui il lungo iter formativo che lo porta prima a Foglizzo per gli studi filosofici e poi a Torino Rebaudengo per il tirocinio. Nel 1962 si iscrive al politecnico di Torino conseguendo la laurea in ingegneria (con una tesi sulle canne fumarie che, come diceva lui, appena conclusa erà già superata, ma che comunque gli meritava sempre il titolo, da parte del sig. Botto, de “il professore”). Nel 1966 comincia gli studi teologici a Bollengo per poi essere trasferito a Torino Crocetta. Il 29 giugno 1970 è ordinato sacerdote dal servo di Dio mons. Cognata proprio nella parrocchia di Villaraspa. 55 anni di vita sacerdotale!
Numerose sono le case della nostra ispettoria che hanno beneficiato del suo ministero: Rebaudengo, Colle don Bosco, Agnelli, Castelnuovo, Bra e dal 2019 Cuneo. Una sola uscita fuori dal Piemonte: 3 anni a Roma come responsabile del centro nazionale opere salesiane per la formazione professionale. E’ stata quella la sua prima grande missione, come insegnante di generazioni di ragazzi. In seguito verrà il servizio pastorale nelle parrocchie e negli oratori. Una vita laboriosa, fatta di disponibilità, di sorrisi, di amicizia, di preghiera, insieme al sacrificio silenzioso di quella protesi che lo ha accompagnato tutta la vita ma che è diventata compagna di cammino dalla bicicletta fino alle alte vette dei monti dove non esitava di inerpicarsi, dimostrando tutta la sua forza (e testardaggine!). Nella pasqua del 2024, abbracciandomi mi diceva “Grazie direttore per tutto, sono contento anche se questa è l’ultima pasqua che faccio con voi qui”. In effetti nel febbraio di quest’anno, visto l’aggravarsi della sua malattia, in accordo con i superiori, è stato trasferito presso l’infermeria ispettoriale Andrea Beltrami. Oggi, quasi allo scadere del tempo pasquale, è tornato qui a Cuneo per celebrare ancora una volta con noi la vittoria di Cristo Risorto sulla morte. Molti dei presenti, fin oltre i confini ispettoriali e nazionali, posseggono reliquie autentiche del caro don Flaviano: piantine, palmette, pinzette, fermacarte, porta cellulari (alcuni hanno anche la versione plus “porta tablet”) segni del suo cuore grande e della sua instancabile attività. Ma in tutti resta soprattutto il ricordo di un religioso felice, di un sacerdote buono, di un amico con cui chiacchierare, di un confessore paterno e di un maestro di vita concreto. Nel nostro ultimo incontro settimana scorsa abbiamo pregato insieme. Non riusciva più a parlare, aveva gli occhi lucidi, mi ha baciato la mano, gli ho detto: “Flaviano, non hai più parole ma hai cuore e mani: benedici Cuneo, benedici tutti noi!” e più volte ha tracciato con la mano il segno della croce per tutti noi. Mentre continuiamo a pregare in suffragio per la sua anima, egli ci ripete ancora le parole del nostro amato padre e fondatore don Bosco, contenute proprio nel testamento spirituale: “Io vi lascio qui in terra, ma solo per un po’ di tempo. Spero che la infinita misericordia di Dio farà che ci possiamo tutti trovare un dì nella beata eternità. Colà io vi attendo!”