Tra i canti natalizi che in pubblico sono proibiti e l’albero di Natale che le chiese mettono su a ottobre per far finta che sia parte del giardinaggio, ho scoperto che il lavoro missionario più estenuante da quando sono a Pechino è essere il cappellano degli Italiani.
Molti sono tristemente conficcati a testa in giù in un gelido vuoto spirituale. E io non riesco a tirarli fuori.
Dio si fa uomo. I miei amici Cinesi o ti ignorano con finezza millenaria o vogliono capire meglio questo infinito mistero.
Gli amici italiani entrano in chiesa una volta l’anno e sentono nel cuore la memoria di una cosa grande che non riescono più a voler capire. Dura un attimo. Poi proseguono nella notte fredda, ridacchiando non felici.
Gesù ci redime dal peccato originale. I Cinesi non hanno mai sentito parlare del peccato originale – ma ne vedono gli effetti ogni momento.
Gli Italiani ne hanno sentito parlare, ne vedono gli effetti. Poi ripetono: “è una vergogna”, con la malinconica certezza che è una frase inutile che non cambia niente.
Quando i Cinesi non cristiani ci vedono pregare sono curiosi, perché non comprendono cosa facciamo. Gli Italiani sanno cosa facciamo e soffrono perché sembra facile e bello – e lo è – ma sono bloccati in un’accidia di ghiaccio che non li fa più inginocchiare.
Il fuoco del Cristianesimo in Europa si è spento da 50 anni. L’otto per mille qui a Pechino è la percentuale degli Italiani che vanno a Messa ogni domenica. E nel cuore di molti Italiani qui intorno – soprattutto a Natale – c’è solo l’infinita tristezza di chi aveva un tesoro e non è riuscito a proteggerlo. Guardano quasi invidiosi san Giuseppe nel presepio: lui il tesoro l’ha custodito.
Una seminarista cinese mi ha detto: vado a studiare in un paese cattolico.
Corea? – Chiedo io – O Vietnam? Filippine?
No – mi risponde – Francia, o Belgio, o Spagna, o Italia, o Irlanda.
Preti e suore cinesi vanno a studiare in Europa con pochi soldi e tanta fede. Rientrano senza soldi e senza fede.
Pecorelle che non sanno e tornan del pasco pasciute di vento. – diceva Dante. E aggiungeva: Non disse Cristo al suo primo convento: Andate, e predicate al mondo ciance.
Qui a Pechino in chiesa siamo liberi di dire quello che la Chiesa insegna. Ma in Europa si può dire che i comportamenti gay sono peccato, che l’aborto è infanticidio, che Dio ha creato il matrimonio tra un uomo e una donna, che l’ecologia è una fede ma non in Dio? Si può dire che le religioni non cristiane non sono cristiane?
Mi sono rivolto al bambinello nel presepio: “Gesù, ma li vedi come vivono? Sono anche battezzati ma ti ignorano tutto l’anno. Eccetto un rapido pensiero a Natale”.
“A me basta poco” mi disse il bambin Gesù. E aveva calde lacrime agli occhi.
Buon Natale!
don Michele Ferrero
Missionario Salesiano in Cina