Con ottomila giovani atei. Ecco dove passo il mio Natale 2023.

Ottomila studenti, perché questa università è piccola.

L’Università di Pechino o l’Università del Popolo hanno più di 40.000 giovani atei.

Studenti con soldi, ambizioni, timori, fragilità, che sanno almeno due lingue oltre al Cinese Mandarino e alla lingua della propria provincia cinese e sognano una carriera brillante con il mondo intero come luogo di lavoro.

E sono atei.

Come lo sono anche moltissimi studenti non-cinesi che incontro ogni giorno nel campus dell’università, qui a Pechino. Ad esempio gli studenti italiani.

Uno mi dice che ha perso la fede. Una mi dice che non ha fatto la Cresima.

Un’altra che da piccola faceva anche la chierichetta ma sono anni che non va a Messa, ma non era una Confessione e non mi sembrava pentita.

Tra gli studenti cinesi i credenti, compresi i protestanti, sono una percentuale insignificante, che se un cuoco usasse quella percentuale di lievito la pasta non se ne accorgerebbe neanche.

Con questo sale della terra, alla terra non aumenta certo la pressione.

È un Natale come l’originale: una nascita che non interessa a nessuno.

Certo, ci sono le luci, le musichette, anche un alberello con dei Babbi Natali appesi simbolicamente per il collo.

Ma sono festeggiamenti pagani di banali fenomeni cosmici che si prendono la rivincita sulla celebrazione dell’Incarnazione che per qualche secolo li aveva soppiantati (ho sentito qualcuno dire che in realtà si celebrano le giornate che si allungano. Nel 2023 festeggiamo le giornate che si allungano? E che siamo? L’uomo di Neanderthal?).

“Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà fede sulla terra?”

Pochina, a guardarmi intorno.

Chiedo a Dio perché non fa qualcosa. Egli mi risponde: “ho fatto te”.

Bella battuta – ribatto pregando – Non è nuova”.

In attesa di soluzioni più divertenti faccio quello che posso.

L’evangelizzazione della cultura: che vuol dire insegnare la verità.

Il parlare continuamente di Gesù . Tanto che per quello che mi ascoltano è praticamente la cosiddetta “testimonianza silenziosa”.

La cura pastorale degli studenti universitari stranieri: perché sennò molti arrivano ricchi di fede cristiana e senza un diploma ma ripartono senza fede e senza diploma.

Un gruppo di meditazione sul Vangelo, in inglese, alla domenica.

La Messa in italiano/spagnolo. “In italiano o spagnolo?“ “Insieme. Tanto, confronto al Cinese, sono praticamente la stessa lingua”.

Messe e Confessioni con la numerosa comunità di lingua inglese, seguita molto bene da preti e suore cinesi.

Appoggio esterno a un nostro piccolo centro per apprendisti meccanici cattolici.

Lezioni al seminario cattolico (nazionale centrale statale patriottico ufficiale governativo controllato), dove lo Spirito Santo soffia malgrado le continue restrizioni.

Qualche Battesimo di adulti, stranieri, anche un Italiano. Grazie a Dio i Cinesi qui nella Diocesi di Pechino hanno centinaia di battesimi di adulti all’anno.

Vari servizi in Diocesi e tante altre piccole briciole di lavoro spirituale.

Mentre preparavo il presepio, il bambinello Gesù mi ha detto:

“Bravo, continua così. Pensa alle anime. Lascia che il mondo vada per la sua strada. Voi, fedeli, venite a Betlemme.”

 

-don Michele Ferrero SDB

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