Mi chiamo Lucia, sono arrivate all’oratorio dei Sale l’8 dicembre 2005, quando avevo 6 anni.

Con una battaglia a palle di neve dopo messa don Bosco mi ha conquistata ed è diventato per me un papà che non mi ha mai fatto mancare niente.

Davvero, come lui aveva promesso ai suoi ragazzi, da quel giorno Maria mi ha preso sotto il suo manto e mi ha accompagnata in ogni passo fino ad oggi.

In oratorio ho trovato una casa dove Dio ha trovato nei salesiani, nelle FMA, nei miei animatori, nei miei amici, nei ragazzi che ho incontrato in cortile, volti, cuori, sguardi, braccia e gambe per farsi vicino, tangibile.

Don Bosco dice che “Chi sa di essere amato, ama” e per me è proprio stato così! È stato l’amore che ho ricevuto a darmi la libertà di rispondere all’invito che il Signore mi ha fatto, proprio nel cortile dei Sale, a seguirlo nello stile di don Bosco.

Ed è stato l’esempio di tanti adulti tra i papà, le mamme, i salesiani e le FMA che stavano attorno a me a far nascere in me il desiderio di donare anche io la vita per qualcuno.

Il 29 luglio di quest’anno ho emesso la mia prima professione come Figlia di Maria Ausiliatrice e quel giorno, in Basilica a Valdocco, quello che più risuonava dentro di me era la frase che san Paolo scrive nella prima lettera ai Corinzi:

“Che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto?”.

Da quel giorno, in modo ancora più chiaro, sogno di poter dire il mio grazie trasformando la mia vita in una casa per i giovani che incontrerò.

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