
All’inizio dell’estate scorsa alcuni sacerdoti della Diocesi di Cuneo – Fossano sono stati in Centrafrica per l’ordinazione episcopale di un missionario cuneese.
Il 9 giugno padre Aurelio Gazzera è stato nominato vescovo coadiutore di Bangassou, città ad est di Bangui, la capitale, da cui dista circa 750 Km. A Bangui, visitando il Seminario Maggiore, i nostri sacerdoti hanno deciso di sostenere la formazione dei seminaristi, una ottantina provenienti da tutte le diocesi del paese, offrendo un contributo (€ 3.000,00) per l’aggiornamento della biblioteca interna al seminario.
Dal 2015 in tante zone del Centrafrica la popolazione ha vissuto nel terrore per le stragi, le razzie, i massacri di bande armate ribelli e rivali, come in una guerra civile. In particolare queste bande, costituite prevalentemente da combattenti musulmani hanno infierito sui cristiani. Dal 2018 il paese è diventato una base importante per il Gruppo Wagner ribattezzato Afrikanski Korpus. Si tratta di assistenza militare, ma anche gestione delle infrastrutture (strade, aeroporti, ecc.) e delle miniere. Sul paese da trent’anni ha un ruolo di influenza anche la Cina, il cui interesse è soprattutto di natura economica, sfruttando le miniere d’oro con metodi e sostanze nocive per l’ambiente e per la salute della popolazione locale.
Come sempre la conclamata influenza esterna coincide anche con una profonda crisi politica interna ed il paese vive uno stallo. Molte zone sono sotto il controllo delle milizie che taglieggiano i civili e impediscono loro di lavorare e condurre una vita serena. Scriveva a Natale padre Aurelio:
«Arrivo a Mboki, dopo più di quattro ore, attraversando la foresta e incontrando qualche antilope e decine di faraone. Mboki è una parrocchia chiusa da due anni, a causa della guerra. In tutta la zona, e particolarmente qui, i vari gruppi ribelli (CUR, Seleka, LRA, ecc.) per anni ne hanno fatto una terra di razzia, saccheggi, violenze e uccisioni: lungo tutta la strada non c’è più un villaggio! Anche in questi giorni, quasi tutte le sere sento qualche sparo. Il parroco di Mboki, nell’aprile 2023, era stato minacciato e gli avevano sparato ferendolo ad un braccio. Da qualche mese la zona è sotto il controllo dei militari regolari e di quelli della missione ONU “Minusca”, e la vita riprende lentamente. Ho scelto Mboki per celebrare questo Natale: è qui, dove la vita è più dura, e dove la gente ha sofferto di più, che Dio è più a suo agio.
La notte di Natale celebro la messa sotto due alberi grandissimi, che formano una delle cattedrali più belle del mondo. Visitiamo la parrocchia il giorno seguente: la chiesa è occupata dai militari centrafricani, mentre la canonica è diventata la base dei Caschi Blu (Nepalesi e Pakistani). Visito anche la scuola elementare: gli alunni sono più di 600 e gli insegnanti sono 6, tutti volontari. E allora prendo la decisione di aiutare gli insegnanti (non sono pagati, e la comunità dovrebbe assicurare il loro salario, ma non ce la fa!). Spiego loro che ogni mese farò avere una piccola somma (30 euro ciascuno). Ne sono molto contenti. Questo li aiuterà a lavorare meglio e più serenamente, e ad assicurare la scuola per tutto l’anno».
Pensiamo sia giusto metterci a fianco di Padre Aurelio per farci “pellegrini di speranza” per alunni ed insegnanti a Mboki.